Progetto 7Lune: expo itinerante LA ROTTA DELLE SIRENE (167 sirene dipinte da pittori ispanoamericani)
Verso il nuovo appuntamento “Grito de mujer” a Venezia. Il Progetto 7LUNE propone quest’anno il tema SIRENAS. Il perché di questa scelta, riflessioni dopo a lettura del testo fondante di Meri Lao.
Fin dalla loro prima descrizione nell’opera omerica, le sirene erano in grado di produrre una “voce dolcissima, capace di instillare un tale languore, un piacere così sconvolgente e assoluto da appagare ogni fame e ogni sete” (Meri Lao). Ci si è a lungo soffermati dunque sulle qualità canore delle sirene, non sottolineando forse un altro aspetto che a noi è parso più significativo: la voce capace di instillare piacere assoluto e appagare ogni desiderio potrebbe essere semplicemente LA VOCE DELLA CONOSCENZA. Non musica dunque, ma parole, PAROLE SAGGE. La visione delle sirene come portatrici di conoscenza e saggezza è dunque l’aspetto che a noi interessa riportare a galla nel prossimo incontro del Festival Internazionale Grido di donna, poichè è un elemento importante nella riflessione che auspichiamo sulla femminilità ed è in realtà un tratto presente in nuce dell’Odissea:
“”Qui, presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei,
ferma la nave, la nostra voce a sentire.
Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera,
se prima non sente, suono di miele, dal labbro nostro la voce;
poi pieno di gioia riparte, e conoscendo più cose.
Noi tutto sappiamo, quanto nell’ampia terra di Troia
Argivi e Teucri partirono per volere dei numi;
tutto sappiamo quello che avviene sulla terra nutrice”
così dicevano alzando la voce bellissima, allora il mio cuore
voleva sentire”
Noi sappiamo tutto, chi ci ascolta conosce più cose: questo affermano le sirene ai marinai, non promettono piaceri carnali o baccanali, promettono la conoscenza, la saggezza, in altre parole la cultura.
Questo aspetto non secondario , è quello che vorremmo riscattare, dalla storia di questo archetipo, che troppo spesso è stato reso metafora degli istinti più bassi e lascivi, quando in realtà ha molti preziosi insegnamenti, a nostro parere, da dare alle nostre bambine e ai nostri bambini, perchè la sirenetta non sia solo una graziosa fanciulla che si pettina i capelli con una forchetta e rinuncia alla sua coda per un principe.
Le sirene sanno, offrono all’uomo la memoria, la conoscenza del mondo: per l’uomo greco la conoscenza aveva il valore più alto della vita, rendeva l’uomo felice e sazio, sapiente e degno di memoria. Eppure non sono sempre state benvolute. Al contrario, spesso sono state bersaglio di superstizioni e misoginia, come nel Bestiario di Pierre le Picard che nel XII secolo sentenziava: “le sirene significano le folli donne che attirano gli uomini e li uccidono tramite la loro mollizie e l’inganno delle loro parole che li conducono alla povertà e alla morte. Le ali delle sirene sono l’amore della donna, che va e viene”. Il motivo del femminile legato all’ignoto e all’inquetante ha da sempre spaventato e affascinato al tempo stesso.
La voce delle sirene, che d’ora in poi considereremo come la voce della conoscenza, è stata zittita nei secoli in vari modi. L’uomo ha cercato di seppellire le sirene, non ha voluto che vincessero. E in effetti le sirene non vincono, avvincono: tirano a sé, affascinano, “insireniscono”. I possibili pericoli della conoscenza sono stati abilmente scansati da Ulisse legato all’albero maestro, facendo turare con la cera gli orecchi dei suoi compagni di mare. Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, è Orfeo ad avere la meglio sulla voce delle sirene, sfoggiando un suono così forte da coprire il loro canto. Solo un marinaio, Bute, non resiste alla voce delle sirene e si getta dalla nave. Il marinaio che va incontro alle sirene-saggezza invece di finire divorato sugli scogli sarà salvato dalla dea Cipride. Di sicuro Orfeo non le ha udite, impegnato com’era a sovrastare il loro canto: l’eroe non ha voluto misurarsi con loro, non ha ceduto al loro fascino che, come cerchiamo di dimostrare, risiede nella loro sapienza. Cicerone sostiene che le Sirene, come il serpente dell’eden, tentano con la conoscenza. Eraclito stesso sostenne che il fascino delle sirene risiedeva nei “racconti di esperienza”. A questo aspetto interessante fa riferimento anche la fondante antologia curata da Javier Perucho “Yo no canto, Ulises, yo cuento”, rimarcando l’importanza della narrazione, della parola, della trasmissione di cultura, di cui le nostre sirene sono portatrici. Un titolo, quello scelto da Perucho per presentare tra i migliori racconti brevi sul tema, che è una affermazione di consapevolezza da parte della sirena che parla in prima persona, apostrofando il suo antagonista.
Le sirene sono l’opposto del riposo del guerriero. L’alternativa al porto sicuro. Meri Lao sostiene “Non si è mai sentito che le sirene abbiano irretito le donne (…) Se fosse accaduto, probabilmente, ci sarebbero giunti sulle sirene racconti assai verosimili riguardanti l’essenza della saggezza femminile”. Le sirene attirano l’uomo, secondo la Lao, verso il cambiamento, hanno attinenza con l’iniziazione misterica, solo chi si è “lanciato” le ha conosciute, la loro sapienza è di tipo profetico. Aver paura delle sirene significa aver paura di rompere l’equilibrio raggiunto, di trasformarsi. Per questo noi le amiamo e non le temiamo, sono nostre sorelle. Le sirene stanno ad indicare l’arte come conoscenza e così noi ve le portiamo, con questo loro messaggio di forza per le donne, contro ogni violenza di genere che ci voglia zittire e sopraffare.
Horkheimer e Adorno hanno fatto notare come, con i sensi violentemente tappati, i compagni di Ulisse non odono nulla, sanno solo del pericolo del canto, non della sua bellezza. Noi vi portiamo quella bellezza e il suo messaggio tanto pericoloso quanto necessario e il nostro fine è proprio di sciogliere quella cera, di rendere quei sensi il più possibile acuiti per percepire, riflettere, smuovere, cambiare.
Gli archetipi sono in noi, e sono eterni (Charles Lamb), per questo la natura duplice , ibrida, della sirena, ci affascina per la sua sacralità e ambivalenza. Meri Lao dice che le sirene sono demoni di mezzogiorno, che non inseguono ma attendono: sta all’uomo avvicinarle, e per goder di loro è necessario solo “l’udito: forse perchè Omero era cieco, gli occhi sono inutili di fronte al loro mistero?” La parola canta e incanta. In maniera forse anche poco dignitosa, Ulisse sfugge alle sirene, e nella loro onniscienza, esse già lo sapevano, che l’eroe non avrebbe dato la vita in cambio della memoria, è dunque possibile che non abbiano agito affatto e che abbiano con pietà fatto credere anche ad Orfeo di essere il più forte, anche se come di consueto la storia, scritta e tramandata, non è stata scritta da loro. Per questo noi abbiamo voluto riscrivere questa storia con immagini che rendano giustizia alla loro figura, che ne descrivano la pluralità degli aspetti, le diverse simbologie, quelle più aderenti alla versione tramandata e quelle più atipiche, controverse, moderne, metafora della condizione di tutte le donne reali che conservano in sè un canto –grido-di sirena da risvegliare. Lo facciamo con tre opere che troverete nel nostro sito: una plaquette dedicata a poesie sul tema sirena, presentate in originale e in traduzione, così come una plaquette dedicata a narrativa breve sul tema e un catalogo di opere d’arte, SIRENAS, che raccoglie 150 interpretazioni dell’archetipo in chiave ispanoamericana, dipinte sui supporti di Libretas Viajeras, mostra intinerante attualmente in corso. (www.progetto7lune.it)